L'ORIGINE DEL COLTELLO DA CUCINA

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Da prodotto indispensabile per la caccia e la sopravvivenza a simbolo del potere, da arma ad oggetto di uso domestico alla portata di tutti: il coltello ha fatto davvero molta strada, e probabilmente molta ne farà ancora, diversificando i materiali e le tecniche con cui viene prodotto e ampliando il suo mercato grazie alla sempre maggior specializzazione delle aziende manifatturiere, destinate ad accontentare una clientela sempre più variegata.

Il nostro sito è specializzato in coltelleria da cucina, e da noi potrete trovare una vasta scelta di coltelli di ogni tipo, per rispondere alle esigenze che vi si presentano in cucina o a tavola. Il coltello da cucina, in effetti, è oggi un oggetto di uso comune, presente in ogni casa, che sembra assolutamente normale possedere: ma vi siete mai chiesti come questo oggetto così utile prezioso è arrivato sino a noi? Vi siete mai domandati se il coltello da cucina era un oggetto di uso comune anche in passato? Insomma, avete mai pensato a quale sia la vera storia del coltello?

Bè se non lo avete mai fatto forse vi stupirà scoprire che nei secoli passati le cose non stavano proprio come oggi. Anzi: non possiamo immaginare una situazione più diversa. Anche se al giorno d’oggi tutti sanno che per lavorare bene in cucina servono dei coltelli affilati, noi non attribuiamo nessuna importanza tecnologica ad uno strumento che non è più un bene per pochi e che si può acquistare facilmente ovunque. 

In passato le cose erano molto diverse: possedere un coltello ben affilato era davvero un privilegio, mentre non avere uno strumento dotato della possibilità di tagliare, faceva davvero la differenza. Del resto, a ben pensarci, la farebbe anche oggi: come mai potreste fare in cucina se non aveste a disposizione dei coltelli? 

Come oggi tutti noi sappiamo che un’invenzione come quella del computer ha cambiato per sempre la nostra vita ed il corso della storia, in passato tutti sapevano che la scoperta di oggetti taglienti (fatti prima con punte di selce, poi, con la scoperta del bronzo e del ferro, con lame in metallo) erano stati un vero spartiacque nella storia, e passi fondamentali per dotare l’uomo di strumenti “tecnologici”.

Già in epoca romana il poeta Lucrezio constatava come fosse stato importante passare dall’utilizzo di "mani ed unghie" come armi di difesa ad oggetti prodotti in metallo. 

L’origine della coltelleria è da collocare nel Paleolitico, quando qualcuno creò il primo coltello della storia mettendo una punta di selce affilata su un manico di legno. 

Avere un oggetto in grado di frazionare cibo, di cacciare, di tagliare pelli di animali e piccoli rami, che potesse anche incidere e scalzare qualcosa conficcato nel terreno, ed, infine, che permettesse di difendersi con efficacia, si rivelò sin da subito importantissimo. E, benché come invenzioni cardine del Paleolitico si ricordino il fuoco e la ruota, all’epoca fu subito chiaro che possedere un coltello poteva essere fonte di grande potere, e anche della possibilità di scoprire ciò che diversamente sarebbe rimasto oscuro (ad esempio sapere cosa ci fosse dentro il corpo di un animale o all’interno di un frutto).

Alcuni studiosi fanno giustamente notare che quando, un po' di tempo dopo, le tribù primitive iniziarono a differenziare al loro interno delle classi sociali, il coltello era spesso simbolo del potere in mano a chi occupava i gradini più alti della scala sociale: il medico aveva il bisturi, il sacerdote possedeva il suo pugnale sacrificale, i capi guerrieri avevano la spada. A ben pensarci questi tre oggetti non sono altro che tre diverse declinazioni del coltello (e del resto non ci può non venire in mente quanto oggi, seppur in un contesto diverso, un coltello da cucina di pregio sia senza dubbio un oggetto distintivo ed un motivo di vanto per uno chef).

E per molto tempo, almeno fino alla fine del Medioevo, avere un coltello rimase un vero e proprio privilegio, la funzionalità del quale dipendeva da quanto il proprietario era disposto a spendere per farlo produrre. Nonostante tutto ciò, spesso i coltelli perdevano facilmente il filo, a causa dei metalli di scarso pregio che si utilizzavano per le lame. Per questi due motivi a tavola non esisteva la posata-coltello, ma il cibo veniva servito già tagliato dai servi, che utilizzavano il coltello, o i due o tre coltelli che si tenevano in cucina, e che erano beni preziosi e costosi, mentre a tavola ognuno infilzava le pietanze con i propri coltelli da caccia o con i coltellini che tutti si portavano appresso come arma di difesa.

Infine, qualche secolo dopo, il coltello arrivò in tavola: divenne la posata che noi tutti oggi teniamo alla destra del piatto, ed è proprio in questa occasione che si decise di arrotondarne le punte, e si stabilirono regole di bon ton legate al coltello. Nel trattato “Galateo overo de’ costumi” di Giovanni Della Casa pubblicato nel 1558, si trovano già regole legate al coltello da tavola ancora oggi valide, come quella di mantenere la parte tagliente verso il proprio piatto, in segno di pace nei confronti dei commensali (a proposito di questo va segnalato che in alcune culture orientali, come la cinese e la giapponese, tradizionalmente più attente agli aspetti simbolici degli oggetti, il coltello sparì prestissimo dalla tavola, luogo destinato alla convivialità e quindi non adatto ad uno strumento che è, di fatto, un’arma); di non usare il coltello per portare il cibo alla bocca (all’epoca Caterina De Medici stava trasformando in moda l’utilizzo della forchetta, ma questa è un’altra storia!), di porgere agli altri il coltello tenendolo per la lama e non viceversa. Il fatto che queste regole fossero citate nel manuale di galateo ci fa pensare che probabilmente il coltello fosse diventata una presenza consueta in tavola, anche se non bisogna dimenticare che qui parliamo dei banchetti che si svolgevano a corte o nelle ville della classe nobiliare, mentre resta molto più difficile stabilire quando questo oggetto sia entrato nelle case dei ceti più poveri.

Infine, in epoca recente, la rivoluzione industriale e i suoi effetti hanno investito anche la coltelleria, e, mentre il coltello da caccia diventava poco più che un oggetto da collezione, il coltello da cucina o da tavola è diventato il prodotto standardizzato ed alla portata di tutti che noi conosciamo. 

Da prodotto indispensabile per la caccia e la sopravvivenza a simbolo del potere, da arma ad oggetto di uso domestico alla portata di tutti: il coltello ha fatto davvero molta strada, e probabilmente molta ne farà ancora, diversificando i materiali e le tecniche con cui viene prodotto e ampliando il suo mercato grazie alla sempre maggior specializzazione delle aziende manifatturiere, destinate ad accontentare una clientela sempre più variegata.

Bibliografia minima

Se vi interessa approfondire la storia e le vicende che nei secoli hanno visto protagonista il coltello da cucina, vi proponiamo una bibliografia essenziale che potete consultare: F. Lorenzi, Coltelli in cucina e a tavola: storia, materiale, manutenzione dei coltelli da cucina e da tavola, Franco Muzzio Editore, 1988; e M. Lumb, Coltelli & cucina, Hoepli, 2010.

Per le implicazioni del coltello (non solo da cucina) nelle relazioni sociali è reperibile on-line il saggio di O. D. Rossi, L’invenzione delle lame. Il coltello come medium culturale.

Infine per gli appassionati di coltelli giapponesi c’è il recentissimo libro di H. Nozaki, Japanese Kitchen Knives: Essential Techniques and Recipes, Kodansha Amer Incorporated, 2013.

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